Fare il videomaker: errori comuni da evitare

Non sempre fare il videomaker è semplice, specie se si è alle prime armi. In questo articolo vogliamo esporvi gli errori comuni in cui è facile incappare durante la realizzazione di un documentario.

Creare un documentario completo richiede infatti molte più competenze che girare un’ intervista o semplicemente seguire l’azione con una telecamera. Se siete iscritti alla Travel Film School, probabilmente il vostro obiettivo è diventare registi.
Occupare questo ruolo richiede numerose skills e la capacità di dividere il proprio tempo in tantissime attività durante l’arco della giornata, dalla presa diretta al montaggio, passando per la raccolta fondi.

Con tutti questi impegni, spesso ci si ritrova a commettere una serie di errori. Non temete, fissatevi bene in mente questi prossimi punti.

Gli errori comuni di un videomaker alle prime armi

– Fare il videomaker: negligenza sulla qualità della produzione

Con il costo relativamente basso dell’attrezzatura di questi giorni, non ci sono davvero più scuse. Una bassa qualità dell’audio è particolarmente comune tra i registi che si sono appena affacciati al mondo dei documentari. L’illuminazione amatoriale, tra gli errori, viene subito dopo.
Se il tuo obiettivo è raggiungere una distribuzione ad ampio raggio, dovrai tenere conto che una buona attrezzatura è fondamentale.

– Fare il videomaker: nessun conflitto presente

Una storia ha bisogno di un arco drammatico per mantenere l’attenzione dello spettatore. Può trattarsi di un conflitto interiore del protagonista, una corsa contro il tempo e molto altro. Il pubblico deve sempre chiedersi: “Che cosa succederà dopo?”
Se ancora non avete capito cosa vogliamo dire, provate a guardare Il documentario “Virunga”, è un esempio lampante di tensione su schermo. Una storia di biodiversità e deforestazione, temi molto attuali.

– Fare il videomaker: non avere nessuna storia

Facciamo fatica a contare le persone che mensilmente ci contattano esordendo con frasi di questo tipo: “Il pubblico non ha idea di cosa sia X, quindi realizzerò un documentario su X”. Vogliamo affermare con forza che questa non è una condizione sufficiente per creare un buon documentario, la gente è all’oscuro di tantissime cose.
Dov’è la storia? Chi sono i personaggi? Cosa pensi di scoprire realizzando questo documentario? Qual è la domanda principale a cui state cercando di rispondere? Saprete inscenare una vostra curiosità?
Lanciatievi nella creazione di un film solo se avete una storia unica da raccontare e il vostro obiettivo è quello di muovere gli animi delle persone.

– Fare il videomaker: non avere un buon pitch di presentazione

Se tutti ricevessero questa lezione all’inizio della propria carriera, si risolverebbero tantissimi problemi. Quando abbiamo presentato il nostro primo documentario, L’Etiopia in Tuk Tuk, e ci veniva chiesto di cosa si trattasse non avevamo mai la risposta pronta. Con il tempo, abbiamo scoperto che creare una log-line efficace, con cui catturare immediatamente l’attenzione del pubblico, è più difficile di quanto sembri. Non saltare mai questo passaggio.

– Fare il videomaker: intervistare troppe persone

Le persone che possono essere inserite in un documentario sono tantissime, questo non significa che dobbiate inserirle tutte. Mediamente, uno spettatore, a fronte di un tipico documentario da un’ora, riesce a gestire efficacemente la presenza di 5-7 personaggi al massimo. Se intervistate 100 persone, pochissime di esse potranno rientrare nel documentario, quindi calcolate bene il vostro tempo e le risorse necessarie. Ovviamente tutte le interviste in eccesso possono essere utilizzate per degli extra content, per il vostro eventuale blog o per i social media.

– Fare il videomaker: essere un lupo solitario

Un grande errore di chi inizia questa professione è provare a fare tutto da soli. Molti non si rendono conto che la realizzazione di un documentario è solo il 50% del processo. La maggior parte del tempo e delle energie necessarie per realizzare un documentario coinvolge molte attività “aziendali” come: scrivere proposte, raccogliere fondi, costruire un sito web, studiare la distribuzione, costruire una base di fan sui social media.
È possibile delegare compiti che non vi piacciono o che non vi competono a dei collaboratori. La gente ama essere coinvolta in un progetto di regia cinematografica. Non negare alcun aiuto!

– Fare il videomaker: sottovalutare la raccolta fondi e la distribuzione

Avendo poca esperienza, il videomaker principiante tende ad essere concentrato al 110% sugli aspetti creativi della realizzazione del film (sceneggiatura, riprese, editing, etc.). È perfettamente comprensibile, ma sappiate che la raccolta fondi e la distribuzione saranno gli ostacoli più impervi da superare.
Per il vostro bene, studiate approfonditamente le varie strade che vi permettono di ottenere dei fondi per il vostro documentario e contattate delle case di distribuzione affermate. Vi ricordiamo che nel corso “Come diventare filmmaker e documentarista di viaggio” potrete trovare un’intera sezione dedicata alla distribuzione.

– Fare il videomaker: perdere la concentrazione

È molto comune nella realizzazione di un primo documentario che si perdano le motivazioni che all’inizio vi hanno spinto a partire per quest’avventura. È a questo punto che molti cineasti si arrendono. Nel caso che questi dubbi colpiscano anche voi, chiudete gli occhi, fate un respiro profondo e ripensate all’eccitazione e ispirazione che vi muovevano all’inizio del progetto. Ricordatevi che la storia su cui state lavorando vale la pena che venga raccontata.

Chi avrebbe mai detto che realizzare un documentario fosse tanto difficile? Almeno, grazie a questo articolo e alla Travel Film School, potrete evitare gli errori più comuni e viaggiare spediti verso la pubblicazione del vostro primo lavoro. In bocca al lupo e buona strada!

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