Roadtrip in Senegal con un vecchio furgone colorato

Roadtrip in Senegal con un vecchio furgone colorato

Viaggi al rallentatoreStagione 1, episodi 12 – 14

Coloratissimo, ma scomodo e inquinante. Privo di finestrini e cinture di sicurezza, ma tappezzato di foto di santoni. Il Car Rapide è come un vecchio hippie: i suoi giorni migliori sono passati da un po’, eppure, nonostante gli acciacchi e qualche bizzarria, conserva ancora il fascino della libertà vissuta fino in fondo. A bordo di questo furgone tipico di Dakar, Ludovico de Maistre e Gabriele Saluci esplorano il Senegal, dalla capitale fino alla Petite Côte. Un’avventura che celebra con gioia la cultura del luogo, sensibilizzando lo spettatore su importanti temi sociali.

Il viaggio parte da Malika, nei pressi di Dakar, dove Gabriele e Ludovico incontrano i volontari della onlus Renken, che ha finanziato la costruzione di scuole e ambulatori per aiutare i giovani meno fortunati della zona. L’entusiasmo dei ragazzi contagia la telecamera, e i loro sorrisi acquisiscono una forza tutta particolare quando le immagini cambiano, mostrandoci le difficili condizioni in cui vivono. Ai margini della città si estende un’immensa discarica: qui, la gente dorme in baracche circondate dalla spazzatura, tra vapori maleodoranti e stormi di gabbiani che volano nel cielo inquinato.

Dopo una visita al mercato e un pranzo casalingo con uno dei volontari, Ludovico e Gabriele si dirigono verso l’isoletta di Gorée. Vediamo una bambina ridere spensierata mentre va sull’altalena, esempio dell’atmosfera serena del luogo. Eppure, gli edifici coloniali di questo scoglio a pochi chilometri da Dakar raccontano una storia sinistra. Proprio qui, infatti, gli schiavisti perpetravano i loro crimini contro l’umanità, tenendo imprigionati coloro che avevano rapito nell’entroterra. La tranquillità che pervade gli abitanti, dunque, assume una sfumatura tutta particolare: qualcosa che assomiglia a una conquista, a una vittoria contro i mali del passato.

Tornati al Car Rapide, Ludovico e Gabriele scoprono quanto possa essere divertente viaggiare su un mezzo così insolito. L’aria e la polvere entrano a folate dentro l’abitacolo, il motore rumoreggia costantemente, ogni dosso superato è un’impresa. A bordo, però, complice la musica di Bob Marley cantata a squarciagola, ci si sente in una festa senza fine.

La puntata si chiude con una visita al lago Retba, uno specchio d’acqua salata dal caratteristico colore rosa, e con uno scorcio di tramonto ammirato dal retro del Car Rapide.

Nell’episodio successivo, Ludovico e Gabriele si dirigono verso il villaggio dei nomadi Fulani, nel Nord del Paese. Lungo la strada, attraversano il Lampoul, l’unico deserto di sabbia di tutto il Senegal, e una spiaggia dove un tempo sfrecciavano i mezzi della Parigi-Dakar. Fanno poi tappa nell’incantevole Saint Louis, patrimonio UNESCO che può vantare un ponte progettato da Gustave Eiffel.

Arrivati al villaggio, i bambini accolgono i nostri con risate piene d’entusiasmo. Gabriele nota che alcune delle abitazioni più nuove sono costruite in mattoni, segno che i Fulani, tradizionalmente nomadi, stanno gradualmente diventando stanziali. Rigenerati da un senso di libertà ed allegria, salutiamo i bambini e rimontiamo a bordo del Car Rapide. Direzione: il prossimo episodio.

La tappa successiva è molto particolare. Un gigantesco baobab, il più grande del Senegal e forse dell’intero continente, si erge maestoso a due passi dalla strada. Gabriele si diverte a scalarne il tronco imponente, ma la sorpresa più grande deve ancora arrivare. Una piccola apertura conduce all’interno dell’albero, dove un tempo le popolazioni animiste, in perfetta simbiosi con il mondo naturale, seppellivano i loro morti. Ora, la cavità è abitata soltanto dall’oscurità e dai pipistrelli.

Il viaggio prosegue fino al delta del Sine Saloun. Le riprese aeree ci riportano tutta la bellezza di questo ecosistema selvaggio, che ospita foreste di mangrovie, tartarughe marine e varie specie di uccelli. Variopinte barchette si muovono tra un’isoletta e l’altra, incuriosendo Ludovico e Gabriele. I due decidono di vivere una giornata come dei veri pescatori senegalesi e, nonostante le loro scarse doti con amo e lenza, riescono a guadagnarsi un pranzo a base di pesce fresco. Nell’aria si respira una pace assoluta.

Ci portiamo dietro quest’atmosfera rilassata fino a Joal-Fadiouth, gioiello della Petite Côte. Joal si affaccia sulla costa, mentre Fadiouth è una piccola isola collegata alla terraferma da una lunga passerella. A rendere unica quest’ultima è il suo essere costituita interamente di conchiglie. La telecamera cattura strade coperte di conchiglie, muri crollati che rivelano un’anima di conchiglie, conchiglie incastonate nei mattoni delle abitazioni. Ma Joal-Fadiouth è nota anche per un altro motivo. Osservando i profili delle case, è possibile notare la croce di una chiesa, ma anche il minareto di una moschea. La città, infatti, accoglie sia una comunità cristiana sia una musulmana. Un esempio virtuoso di convivenza pacifica tra religioni diverse.

Il nostro rocambolesco e divertentissimo viaggio on the road sta per finire. Scesi per l’ultima volta dal Car Rapide, osserviamo le onde che lambiscono la spiaggia di Popenguine, e, insieme a Ludovico e Gabriele, diciamo addio al Senegal.

I filmati di Viaggi al Rallentatore sono andati in onda su Rai3, all’interno del programma Kilimangiaro, e sono visibili su RaiPlay a questo link.

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